Analisi del sangue - quando e quali fare

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L'analisi del sangue comprende un numero di accertamenti talmente vasto per cui è difficile dare una lista di patologie o situazioni nelle quali è utile sottoporsi a questo o quel test. In generale è consigliata in ogni caso in cui si voglia procedere ad un controllo generale dello stato di salute di un individuo. Ecco alcune delle analisi più effettuate:
Emocromo
PSA
Bilirubina
Transaminasi

In caso di particolari stati patologici è consigliabile ricorrere periodicamente ad alcuni test mirati, ad esempio gli autotest.

A digiuno
Normalmente, per l'esecuzione delle analisi, si suggerisce di effettuare il prelievo di sangue a digiuno anche se numerose analisi non verrebbero influenzate dall'assunzione di cibo.
Nella pratica comune, essendo complesso, e poco pratico, stabilire le situazioni nelle quali vengono o non vengono fatti esami influenzati dal pasto, è invalsa la pratica di consigliare sempre l'effetuazione del prelievo a digiuno.
Per essere più precisi il digiuno deve essere di almeno 12 ore , e la cena precedente al giorno del prelievo deve essere molto leggera, quindi vanno evitati dolci, alcolici, farinacei come pane o pasta. L'acqua, il caffè, la camomilla o il the senza zucchero assunti nelle 12 ore di digiuno non interferiscono con il prelievo.

Lo stress
Alcuni esami metabolici come la glicemia, ma soprattutto ormonali, come ad esempio l'aldosterone, è molto importante che vengano fatti a riposo: uno stato di stress può alterarne il risultato ( falso positivo); è fortemente consigliato che il prelievo venga fatto a riposo, oltre che a digiuno.

Gli esami di controllo
Lo scopo degli esami di controllo è quello di "esplorare" un soggetto apparentemente sano, perché in un soggetto malato sappiamo già che cosa si deve controllare e con che frequenza, la funzionalità di tutti gli organi. Gli esami servono a effettuare un controllo di salute il più possibile completo. Nei giovani sani la frequenza dei controlli può essere molto diluita nel tempo, dai 2-3 ai 5 anni. Queste frequenze possono variare, accorciandosi molto in relazione ad esigenze particolari, per esempio attività sportiva amatoriale o agonistica, o in relazione all'adozione di protocolli preventivi, di comprovata efficacia, nei confronti di alcune malattie, per esempio:

- nell'uomo: PSA per il tumore della prostata
- nella donna: CA 125 per il tumore alle ovaie

In assenza di patologie manifeste o note, la frequenza degli esami nell'anziano oltre i 65 anni è consigliabile sia di una volta all'anno.

L'emocromo
E' l'esame del sangue per eccellenza: misura globuli rossi, bianchi, piastrine e diversi parametri correlati.

Che cosa misura:
L'emocromo è anche definito esame emocromocitometrico, che letteralmente significa misurazione del colore
del sangue e del numero delle sue cellule.

Di fatto questo esame consente di determinare:
- il numero di tutte le cellule del sangue cioè: globuli rossi (eritrociti), globuli bianchi (leucociti),
e piastrine (trombociti);
- la formula leucocitaria, ossia la percentuale dei diversi tipi di globuli bianchi: neutrofili, linfociti,
monociti, eosinofili e basofili;
- la concentrazione dell'emoglobina, la proteina dei globuli rossi che traporta l'ossigeno a tutti i tessuti del
corpo;
- l'ematocrito, che è il volume di globuli rossi contenuti in 100ml di sangue: per esempio se l'ematocrito è 40 significa che ci sono 40ml di globuli rossi in 100ml di sangue;
- l'analisi delle caratteristiche fisiche (forma, dimensioni) dei globuli rossi e delle paistrine, indicate da speciali parametri come:
MCV (misuara delle dimensioni medie di un globulo rosso);
MCH (indica la quantità media di emoglobina contenuta in un globulo rosso);
MCHC (indica la concentrazione di emoglobina in un globulo rosso);
RDW (indica le variazioni di dimensioni dei globuli rossi);
MPV (misura delle dimensioni medie delle paistrine).

Quando e perchè:
L'emocromo è l'esame del sangue più eseguito. Serve a valutare lo stato di salute generale e a determinare la presenza di alcune malattie, soprattutto anemie ed infezioni. Viene quindi prescritto a soggetti sani come esame di routine, a individui che manifestano sintomi tipici dell'anemia (stanchezza ed affaticamento) ed in coloro i quali sono soggetti ad infezioni ricorrenti, infiammazione, prurito, emorragie. In questo modo il medico può accertare i suoi sospetti ed eventualmente prescrivere esami più approfonditi per stabilire una diagnosi precisa di malattia.

Come si fa:
L'emocromo può essere eseguito su un campione di sangue prelevato dalla vena di un braccio. Sono sufficienti anche poche gocce di sangue prelevato con un piccolo ago dalla punta di un dito o
da un piede per i neonati.

Il PSA
Uno degli accertamenti più semplici per evidenziare un eventuale tumore alla prostata è l'analisi dei valori del PSA, un esame del sangue in grado di valutare i livelli di una glicoproteina prodotta dalla prostata. In presenza di tumore, i valori del PSA aumentano: le cellule ghiandolari malate producono più PSA di quelle normali. Si rilevano saltuariamente "falsi negativi", valori considerati nella media, che tuttavia nascondono un tumore in crescita.
Il PSA, di norma più elevato in pazienti anziani per un fisiologico aumento di volume della ghiandola con l'età, funge quindi da indicatore per la diagnosi dell'adenocarcinoma prostatico e generalmente il valore limite è pari a 4 ng/ml. Tuttavia è spesso difficile distinguere un tumore da un caso di ipertrofia prostatica benigna, che presenta spesso valori di PSA fra 4 e 10 ng/ml.

Si considera che:
- Valori di PSA inferiori a 4 ng/ml presentano un rischio di tumore pari al 5%;
- Valori di PSA compresi fra 4 e 9,9 ng/ml sono associati ad un rischio pari al 25%;
- Valori di PSA superiori a 10 ng/ml si rivelano tumori nel 55% dei casi.

Se il paziente sta assumendo certi farmaci (finasteride, come Proscar, Prostide, Finastid) il valore dev'essere moltiplicato per due e poi valutato come visto in precedenza.

GLI ESAMI PER IL FEGATO
Sono diversi i test ematici che possono dare indicazioni sullo stato di salute del fegato.

Bilirubina
La bilirubina è una sostanza che deriva dalla normale e fisiologica distruzione dei globuli rossi nei vasi sanguigni. La morte del globulo rosso libera l'emoglobina che in esso è contenuta e viene eliminata dal fegato mediante la sua trasformazione in bilirubina. La bilirubina è fra i principali componenti della bile che, prodotta dal fegato e trasportata nell'intestino attraverso la via biliare, contribuisce alla digestione del cibo che mangiamo.

Nei referti
degli esami del sangue si possono leggere tre voci legate alla bilirubina:
- Bilirubina indiretta (detta anche non coniugata): è la parte di bilirubina che non ha ancora subito l'elaborazione completa da parte delle cellule del fegato e non è quindi passata nelle vie biliari. Un aumento di questo valore indica un difetto delle cellule del fegatonella loro funzione.
- Bilirubina diretta (detta anche coniugata): è la parte di bilirubina che è già stata elaborata dal fegato ed è stata immessa nelle vie biliari. Un aumento di questo valore indica un impedimento meccanico al flusso della bile attraverso le vie biliari (il quadro viene definito come "ittero meccanico").
- Bilirubina totale: è la semplice somma dei due precedenti valori. Il rapporto fra bilirubina indiretta e diretta aiuta il medico a capire se un ittero è dovuto a una malattia del fegato o ad un ostacolo meccanico delle vie biliari.

Transaminasi
E' l'esame del sangue che rispecchia la situazione del fegato. Sono due: vengono abitualmente abbreviati come GOT e GPT (oppure come SGOT e SGPT), ma nei referti provenienti da laboratori che utilizzano sigle inglesi possono essere indicate come AST e ALT. I valori che vengono ricercati indicano la quantità di questi enzimi (le transaminasi) nel sangue. le transaminasi aumentate nel sangue indicano che un numero anormale di cellule del fegato sta liberando nel sangue questi enzimi. Le cause alla base di ciò possono essere tante, perciò il valore delle transaminasi, da solo, non può essere indicativo di questa o quella malattia: deve perciò essere associato al quadro clinico e agli altri esami di laboratorio. Quantità più basse di transaminasi sono presenti anche nelle cellule muscolari, questo deve essere tenuto presente nei traumi e nei pazienti con sospetto infarto cardiaco.